Vittime reati violenti e indennizzo: la Cassazione solleva questione pregiudiziale innanzi la Corte

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, con ordinanza n. 2964 del 31.1.2019, Presidente G. Travaglino, Relatore E. Vincenti, ha sollevato innanzi alla Corte di Giustizia UE, ex art. 267 del TFUE (Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea), la questione pregiudiziale concernente il se, in relazione alla situazione di intempestivo (e/o incompleto) recepimento della direttiva 2004/80/CE del Consiglio del 29 aprile 2004, quanto alla istituzione di un sistema di indennizzo delle vittime dei reati violenti, che fa sorgere nei confronti dei soggetti transfrontalieri la responsabilità risarcitoria dello Stato membro, il diritto eurounitario imponga di configurare un’analoga responsabilità nei confronti di soggetti non transfrontalieri (dunque, residenti), i quali non sarebbero stati destinatari diretti dei benefici derivanti dall’attuazione della direttiva ma, per evitare una violazione del principio di uguaglianza/non discriminazione, avrebbero dovuto e potuto beneficiare, in via d’estensione, dell’effetto utile della direttiva stessa, ove fosse stata tempestivamente e compiutamente recepita.
Condizionata all’ipotesi di risposta positiva al quesito di cui innanzi, la S.C. ha altresì sollevato la questione pregiudiziale concernente il se l’indennizzo stabilito dal decreto del Ministro dell’interno del 31 agosto 2017 nell’“importo fisso di euro 4.800”, in favore delle vittime dei reati intenzionali violenti, possa reputarsi “indennizzo equo ed adeguato delle vittime” in attuazione di quanto prescritto dall’art. 12, par. 2, della citata direttiva 2004/80/CE.