Il conflitto tra politica e magistratura al tempo di "Mani pulite"
Abbiamo visto come l’azione dei Parlamenti francesi si sia inserita nella dialettica rivoluzionaria, che portò allo scoppio, nel 1789, della Rivoluzione francese.
I robins, come venivano chiamati i magistrati francesi, da robe, la toga, come simbolo del loro status, furono i maggiori protagonisti di una dialettica che costituiva la condizione diarchica essenziale dello Stato assoluto.
Essi furono, però, tra le prime vittime della Rivoluzione, che nel 1790 li sostituì con giudici di nomina statale.
Dobbiamo fare un salto di duecento anni per vedere, questa volta in Italia, il riesplodere, violento, del conflitto tra magistratura e politica con il fenomeno, iniziato nel febbraio del 1992 con l’arresto dell’esponente politico socialista milanese Mario Chiesa, di “Mani pulite”.
La situazione politica mondiale era profondamente mutata dopo il crollo del Muro di Berlino, nel novembre del 1989, e la fine della Unione Sovietica, nel dicembre del 1991. Sia che dietro “Mani pulite” ci fossero gli Stati Uniti d’America, per vendicarsi di Craxi e della sua politica troppo autonomista e filo palestinese, che ebbe il suo acme nello scontro, inaudito, di Sigonella, nell’ottobre del 1985, sia ci fossero altre forze internazionali, più o meno ufficiali o segrete, sta di fatto che l’iniziativa dei magistrati milanesi portò allo scardinamento completo del sistema politico dei partiti che fino allora avevano governato per lunghi anni l’Italia.
Scomparve la Democrazia cristiana, fu travolto il Partito socialista, e tutte le altre forze politiche tradizionali crollarono, ad eccezione, però, fatto assai significativo, del Partito comunista italiano, che pure era invischiato in fenomeni di corruzione anche più degli altri partiti, avendo ricevuto, lungo tutto l’arco della sua storia, ingenti finanziamenti da una potenza straniera quale quella dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche; ma la magistratura non osò toccarlo.
Tutto sembrava pronto, allora, per la presa di potere del partito comunista italiano, che nel 1991 aveva mutato il nome in Pds.
Alle elezioni politiche del 1994 tutti prevedevano la vittoria dei neocomunisti. Accadde, però, un fatto che pochi avevano preveduto e che vi racconterò nella prossima puntata.
Stefano Nitro, "Il conflitto tra politica e magistratura al tempo di Tangentopoli", in "Italia Popolare", 17 marzo 2017